Milano—L’asset management globale ha chiuso il 2024 con una crescita significativa del 12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 128 mila miliardi di dollari in asset in gestione (AuM). Un risultato importante che segna una ripresa rispetto alla contrazione subita nel 2022, ma che al tempo stesso cela la vulnerabilità del comparto, mettendo in luce pressioni strutturali crescenti che richiedono una profonda trasformazione del modello operativo.
Come spiega Graziano Pace, Principal di BCG: “Nel 2024 il settore è cresciuto in modo consistente, ma in larga parte grazie alla spinta dei mercati. Questo evidenzia la necessità di rafforzare le fondamenta operative del modello di asset management, in un contesto in cui pressione sui margini, evoluzione della domanda e trasformazione digitale si intersecano.”
Nonostante le masse gestite stiano crescendo, infatti, oltre il 70% dei 58 miliardi di dollari di crescita dei ricavi è stato determinato dall’andamento dei mercati finanziari e solo il 30% dalla raccolta netta. È quanto emerge dalla 23ª edizione del report Global Asset Management di Boston Consulting Group, titolata From Recovery to Reinvention . Questo andamento conferma un trend strutturale: dal 2006, circa il 90% della crescita dei ricavi nel settore è stato generato dall’apprezzamento dei mercati, mentre i prodotti passivi continuano ad attirare la quota maggiore dei flussi netti.
A ciò si aggiungono fattori come la persistente pressione sulle commissioni, scese da 25 a 21 punti base tra il 2015 e il 2021, fino ad attestarsi a 20 punti base nel 2024, l’evoluzione della domanda degli investitori e la crescente digital disruption, che stanno spingendo gli asset manager a ridefinire i propri modelli operativi, a potenziare l’efficienza sui costi e ad affinare il proprio orientamento strategico.
“La sfida non è solo adattarsi, ma farlo in modo coerente e coordinato – continua Pace. In Italia, dove il retail continua a trainare il mercato, assorbendo una quota pari al 59% degli AuM – contro la quota media registrata a livello europeo del 33%, sarà fondamentale agire su efficienza e innovazione, facendo leva sempre di più sulla distintività ed eccellenza di prodotto, in linea con le caratteristiche della clientela finale.”
Nel 2024, il totale degli asset gestiti in Europa ha raggiunto i 25 mila miliardi di dollari, di cui 8.200 miliardi attribuiti ai clienti retail e 16.800 a quelli istituzionali. Il nostro Paese si conferma il 5° mercato dell’asset management in Europa, con 2.400 miliardi di masse, e cresce in linea con l’andamento medio europeo, registrando un +8% nel 2024. Gli investitori retail rappresentano il gruppo di clienti più numeroso, determinando un incremento più marcato del segmento, pari al 10%, rispetto al 5% del comparto istituzionale. All’interno di questo segmento, oltre il 70% degli AuM è detenuto in fondi comuni, che hanno registrato una crescita a doppia cifra nel corso dell’anno, mentre il comparto assicurativo rimane il secondo canale retail per volumi gestiti.
Sul fronte istituzionale, le compagnie assicurative si confermano il principale gruppo di clienti, seguite dai fondi pensionistici e, entrambi, hanno registrato una crescita a bassa cifra singola.
Secondo lo studio, tre sono le forze che stanno ridefinendo il settore:
1. Nuove opportunità di prodotto in risposta al cambiamento della domanda degli investitori
Guardando al futuro, gli asset manager hanno due principali opportunità per affermarsi in un mercato in evoluzione, sia in termini di offerta che di distribuzione.
Da un lato, possono puntare a ottenere una quota più ampia in un comparto della gestione attiva che, pur essendo in contrazione, resta strategico. È il caso degli ETF (exchange-traded fund) attivi, dei portafogli modello e dei conti gestiti separatamente (SMA). Dall’altro, possono svolgere un ruolo di primo piano nell’espansione del mercato degli asset privati rivolti alla clientela retail.
- Gli ETF attivi stanno entrando in una fase di forte crescita. Nel 2024, il 44% di tutti i nuovi ETF lanciati è stato a gestione attiva, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 39% nell’ultimo decennio. Pur rappresentando ancora una quota ridotta (6,5%) degli AuM totali degli EFT, rappresentano un’opzione vantaggiosa per gli investitori, con commissioni medie dello 0,64% rispetto all’1,08% dei fondi comuni.
- L’accesso degli investitori retail nei mercati privati rappresenta una frontiera in espansione. I fondi semi-liquidi su asset privati hanno superato i 300 miliardi di dollari di patrimonio netto (NAV), crescendo di oltre cinque volte negli ultimi quattro anni. Questa crescita è alimentata dalla crescente domanda di rendimenti più elevati in rapporto al rischio e di performance migliori nel lungo periodo. Tuttavia, per servire efficacemente il mercato retail, è necessario superare le barriere normative, affrontare la complessità nella progettazione dei prodotti e rafforzare l’educazione finanziaria.
2. Consolidamento e trasformazione digitale come leve strategiche
Le partnership strategiche e le operazioni di M&A stanno ridefinendo il panorama competitivo, mentre le società fanno a gara per acquisire scala, ampliare l’offerta e potenziare le competenze tecnologiche. Secondo uno studio condotto su 270 società di gestione, BCG ha rilevato che, in media, un asset manager ha raddoppiato i propri AuM tra il 2013 e il 2023. Chi gestisce le masse più elevate, può ridurre i costi grazie all’implementazione della tecnologia, che consente operazioni semplificate e processi più efficienti. Al contrario, chi gestisce AuM inferiori ai 300 miliardi di dollari deve puntare su modelli operativi più agili.
3. Un focus rinnovato sui costi
Con un’attenzione sempre maggiore rivolta all’efficienza operativa, al miglioramento dei processi decisionali e al coinvolgimento dei clienti, l’intelligenza artificiale si sta affermando come un acceleratore strategico. In particolare, la GenAI sta trasformando l’automazione dei processi e la distribuzione dei prodotti, soprattutto in settori complessi come gli asset alternativi e illiquidi, e oggi viene impiegata lungo tutta la catena del valore: front, middle e back office.
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