Stando alla ricerca condotta dal MIT Sloan Management Review e Boston Consulting Group il 53% delle aziende si affida esclusivamente a strumenti di AI di terze parti, esponendosi a rischi ad oggi non controllati.
MILANO—Continua a trasformarsi lo scenario in tema di Intelligenza Artificiale (AI) che, con l’adozione dell’AI Generativa (GenAI) nel corso degli ultimi anni, ha visto l’adozione di misure responsabili diventare sempre più difficile per le aziende, così come lo sviluppo di programmi di AI Responsabile (RAI) che permettano loro di stare al passo con gli inarrestabili cambiamenti. Il risultato è che più della metà (53%) delle organizzazioni si affidano esclusivamente a prodotti di AI di terze parti, non avendo tecnologie proprietarie sviluppate internamente e il 55% dei fallimenti legati all’AI è generato proprio da questi strumenti.
Questa è la fotografia scattata dal MIT Sloan Management Review (MIT SMR) e da Boston Consulting Group (BCG) nell’ultimo report “Building Robust RAI Programs as Third-Party AI Tools Proliferate”, basato su un sondaggio globale condotto su 1,240 rappresentanti di organizzazioni di 59 settori e 87 Paesi con un fatturato annuo di almeno 100 milioni di dollari.
“Sia da un punto di vista tecnologico che regolatorio, il panorama dell’AI è profondamente cambiato nell’arco di qualche anno. L’avvento della nuova classe di algoritmi di Intelligenza Artificiale Generativa ha permesso l’introduzione di nuove e rivoluzionarie applicazioni in molti ambiti, ma soprattutto ha determinato la “democratizzazione” dell’utilizzo dell’IA, rendendo l’utilizzo di tale tecnologia molto più semplice anche per i non addetti ai lavori.” Spiega Roberto Ventura, Managing Director and Partner di BCG. “Ciò ha permesso un’improvvisa e rapida accelerazione nella adozione dell’AI da parte sia dei singoli che di molte aziende. Tuttavia, questa tecnologia porta con sé alcune aree di attenzione, come per esempio il rischio di generare informazioni sbagliate - di “allucinazione”, come viene chiamato in gergo tecnico, oppure il rischio di divulgazione di dati sensibili nel caso di utilizzo improprio dei tool commerciali disponibili online. È proprio per questo motivo che un approccio “responsabile” all’espansione dei programmi di AI è quanto mai urgente per le aziende, per essere pronte ad affrontare i crescenti rischi legati al suo utilizzo”.
Di anno in anno, infatti, gli intervistati che ricoprono ruoli di leadership nella gestione della Responsible AI (RAI) sono aumentati dal 16% al 29%. Tuttavia, il 71% delle organizzazioni non supervisiona i propri processi di implementazione e la stragrande maggioranza delle organizzazioni intervistate (78%) si affida fortemente a terze parti per l’uso della tecnologia esponendosi a una serie di rischi, tra cui danni alla reputazione, perdita di fiducia dei clienti, perdite finanziarie e problemi sul versante normativo. Per mitigarli è importante utilizzare una vasta gamma di approcci e metodi di valutazione degli strumenti di terze parti: le organizzazioni che riescono ad impiegare almeno o più di 5 metodi diversi di valutazione hanno più del doppio delle probabilità di individuare gli errori rispetto a quelle che ne utilizzano meno di 5 (il 51% contro il 24%). Tra gli approcci, non possono mancare dei termini contrattuali che impongano l'adesione ai principi di RAI, la pre-certificazione dei fornitori, le revisioni interne e di prodotto e il rispetto dei requisiti normativi e degli standard di settore.
Il panorama regolamentativo sta evolvendo quasi con la stessa rapidità dell'AI, con molte nuove normative specifiche che entrano in vigore su base continuativa. Circa la metà (51%) delle organizzazioni intervistate, afferenti in particolare al settore finanziario, assicurativo, sanitario e pubblico, dichiara di non essere soggetta a normative specifiche in merito all'uso dell’AI, ma di applicarle comunque ai vari utilizzi. Le organizzazioni soggette a normative specifiche contano il 13% in più di figure specializzate in RAI rispetto alle organizzazioni non soggette a tali normative, oltre a rilevare meno insuccessi nell’implementazione dell’AI rispetto alle controparti, non soggette alle stesse pressioni normative (il 32% contro il 38%).
È qui che entrano in campo gli amministratori delegati: le organizzazioni con un CEO capace di assumere un ruolo pratico nei processi di adozione della RAI (ad esempio impegnandosi direttamente nello sviluppo dei prodotti e fissando obiettivi di performance legati alla RAI) riportano il 58% in più di vantaggi aziendali rispetto alle organizzazioni con CEO meno partecipi. Inoltre, sempre le prime hanno maggiori probabilità di investire in essa rispetto alle seconde (39% contro 22%).
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MIT SLOAN MANAGEMENT REVIEW (MIT SMR) analizza i cambiamenti nella leadership e nella gestione d’impresa, aiutando i leader a cogliere opportunità e ad affrontare i cambiamenti tecnologici, sociali e ambientali e i loro impatti sul modo in cui i business operano, competono e creano valore.