MILANO—Il 2025 si è aperto con grande ottimismo per la conclusione delle elezioni nelle principali economie e per la promessa di chiarezza da parte delle banche centrali rispetto ai tassi d’interesse, che hanno portato molti operatori del comparto M&A a sperare in un rilancio del mercato a livello globale. Tuttavia, già a gennaio, l’ "M&A Sentiment Index" di BCG, l’indicatore che misura mensilmente il grado di disponibilità degli operatori a intraprendere operazioni di M&A, suggeriva maggiore cautela: l’indice di fiducia si attestava a 73 punti, riflettendo un clima di incertezza generale.
Con il passare dei mesi, questa visione si è rivelata lungimirante: secondo le rilevazioni di metà anno di BCG raccolte nell’analisi “Mid-2025 M&A Insights: Looking for Signs of a Second-Half Rebound” , nel corso del 2025, il settore ha registrato una crescita inferiore alle medie storiche, con un valore globale delle operazioni pari a 1.100 miliardi di dollari, in calo del 2% rispetto al semestre precedente. Sebbene in parziale recupero rispetto ai minimi di inizio anno, anche il sentiment si attesta al di sotto della media di lungo periodo di 100: dopo aver toccato il minimo storico ad aprile, la fiducia ha registrato una lieve ripresa a maggio, per poi tornare a calare nuovamente a giugno, del 37% al di sotto della media storica.
«Sebbene a inizio anno le aspettative di ripresa del comparto fossero elevate, i dati del primo semestre fotografano un quadro più articolato: l’indice che rileva il sentiment per l’M&A globale è sceso a 63 punti, evidenziando un atteggiamento più cauto da parte delle imprese. Più che a un rallentamento generalizzato, stiamo assistendo a un cambiamento di approccio, con operazioni concentrate in ambiti e settori caratterizzati da condizioni operative più stabili, fondamentali industriali più solide e maggiore visibilità strategica. Questo è particolarmente vero in Nord America», afferma Enrico Tanduo , Managing Director e Partner di BCG. «In questo contesto, l’Europa si muove in controtendenza. A giugno ha raggiunto un punteggio di 85, superando per la prima volta in due anni il Nord America. Questo trend positivo si registra anche in Italia: dopo una fase più contenuta, il valore delle operazioni è cresciuto in modo significativo, trainato prevalentemente da deal strutturati e strategici, in particolare nel settore finanziario.» Conclude Tanduo.
Andamento nelle principali geografie
Pur non avendo mostrato il forte rimbalzo atteso da molti analisti, l’attività M&A globale si è mostrata relativamente solida nella prima metà del 2025. A livello globale, il settore industriale ha registrato l’incremento più significativo (+62%), seguita da energia (+54%) e sanità (+23%). Parallelamente, materie prime e beni di consumo hanno visto cali significativi, rispettivamente del 49% e 50%. Aldilà della tendenza globale, che mostra un settore soggetto a volatilità e incertezza, le dinamiche regionali e settoriali mostrano un quadro più sfaccettato:
- In Nord America il contesto favorisce le operazioni di M&A, dato dalla combinazione di deregulation e stabilizzazione dei tassi d’interesse, uniti a disponibilità di capitali e fondi di private equity, portando il valore delle operazioni a 685 miliardi di dollari negli Stati Uniti, pari al 62% del valore globale. Questo scenario potrebbe rappresentare un terreno fertile per alcune grandi operazioni strategiche, soprattutto nei settori delle tecnologie avanzate, in particolare AI, semiconduttori e chip.
- In Europa, il valore delle operazioni di M&A ha raggiunto i 201 miliardi di dollari, registrando un calo del 14% rispetto al semestre precedente. Tuttavia, il sentiment è salito a quota 85, superando per la prima volta in due anni quello del Nord America. L’attrattività del continente agli occhi degli investitori, unita a un crescente clima di incertezza oltreoceano, ha sostenuto l’attività transazionale, con una vivacità particolare nei settori finanziario e assicurativo.
- Rimane indietro la regione Asia-Pacifico, che totalizza 155 miliardi di dollari, in calo del 43% rispetto ai sei mesi precedenti, e un sentiment di appena 19 punti, che riflette le persistenti incertezze economico-politiche, accentuate dalle recenti decisioni commerciali statunitensi. Ma non tutto è perduto: potrebbero arrivare dalla Cina significativi stimoli fiscali a supporto del mercato locale, come dimostra il caso del Giappone, dove le riforme legate alla governance aziendale e la crescente pressione da parte degli investitori stanno incentivando nuove operazioni.
- Medio Oriente e Africa mostrano segnali di ripresa, trainati da investitori mediorientali e sponsor finanziari che proseguono nelle loro strategie di crescita e diversificazione attraverso operazioni internazionali.Anche in Africa, in particolare in Sudafrica e nel comparto delle materie prime, emergono i primi segnali di ripresa, sostenuti dalla domanda globale di terre rare e risorse strategiche.
Principali trend per settore
A livello settoriale emergono due gruppi distinti: i comparti come quello dei beni di consumo e l’industria mostrano un sentiment più cauto, con punteggi intorno a 50, frenati dal calo della spesa dei consumatori e degli investimenti aziendali. Altri settori, come energia e utilities (74) e sanità (63), mostrano risultati più vicini alla media globale. Per quanto riguarda l’attività delle IPO, partita bene a inizio 2025, ha subito un rallentamento nella seconda parte del semestre a causa della volatilità, ma condizioni di mercato più tranquille potrebbero rapidamente riattivare nuove quotazioni. Il numero dei megadeal, ovvero le operazioni oltre i 10 miliardi di dollari, è rimasto stabile e si attesta a 24, mentre le grandi operazioni (oltre i 500 milioni di dollari) sono scese al di sotto della media storica di 60-80 al mese, riflettendo la prudenza degli operatori.
Strategie per affrontare l’incertezza
BCG identifica alcune strategie che possono supportare le aziende nella creazione di valore in un contesto di incertezza. A fare la differenza sono operazioni ambiziose ma ben ancorate alla strategia industriale, in grado di generare sinergie concrete in termini di costi, ricavi o competenze. Parallelamente, assumono un ruolo centrale strutture più flessibili, come acquisizioni progressive, joint venture o accordi con earn-out, che permettono di adattare tempi e modalità di integrazione, riducendo l’esposizione al rischio. Cresce inoltre l’interesse verso asset solidi ma temporaneamente penalizzati dalla volatilità, così come l’attenzione alle dinamiche regolatorie, in particolare nelle operazioni transfrontaliere o in comparti sensibili. In questo scenario, agilità e capacità di adattamento diventano fattori decisivi, soprattutto per chi saprà integrare in modo efficace digitalizzazione, intelligenza artificiale e sostenibilità nei propri percorsi di crescita.
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Media Relations & Content Specialist
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